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Chi sono?

Sorvolando la parte anagrafica – vi basti sapere che sono nato nei primi anni ’80 – sento comunque di dover ammettere di essere un siciliano (agrigentino) orgoglioso e disperato.
Orgoglioso perché, avendo vissuto per quasi dieci anni in Toscana, ho capito che difficilmente potrei vivere felicemente in un’altra terra diversa dalla Sicilia.
Disperato perché di questa terra conosco i punti deboli e nel mio piccolo cerco “disperatamente” ogni giorno soluzioni più o meno fantasiose per migliorarla.

In Toscana, più precisamente a Pisa, ho studiato dapprima Informatica (altra scelta di disperazione, visto che avrei voluto fare Lettere ma non lo avevo voluto abbastanza). In un secondo momento ho provato a correggere il tiro verso un corso di laurea ibrido, chiamato Informatica Umanistica. Ma oramai era tardi e la mia voglia di studiare era soffocata sotto la cenere delle mie passioni, spente da tempo.

Gli anni pisani sono stati per me occasione per toccare il fondo e per trovare infine il modo di convivere con i miei fallimenti, accettare i miei limiti e stabilire nuovi equilibri.
Tuttavia, anche se non sono arrivato in fondo a nessun corso di laurea, dall’università ho preso molti ingredienti di quella che sarebbe stata la ricetta della mia futura professione.
Il mondo digitale e il mondo classico sono stati inaspettatamente due poli che, attirandomi in egual misura, mi hanno condotto verso il mondo della comunicazione, della pubblicità, dell’imprenditoria.

Per altri dieci anni ho inseguito questa nuova passione, lavorando giorno e notte per apprendere sempre nuove abilità e trasformarle in qualcosa da poter vendere. Da graphic designer a copy writer, da web designer ad art director, da fotografo a video maker, da consulente a formatore, da social media manager a creative director… e via così, di inglesismo in inglesismo.
Riuscire a fondare la mia agenzia, insieme al mio socio e fratello Salvatore, mi è parso per un po’ il famoso “punto di arrivo” cui ciascuno di noi aspira.
Ma dopo centinaia di clienti, migliaia di progetti e milioni di difficoltà grandi e piccole, la pandemia di Covid-19 del 2020 diede il colpo di grazia a quella piccola realtà fatta di giovani e nuovi media in una terra storicamente refrattaria a entrambe le cose.

Eppure, così come fu per l’università, anche questa esperienza da imprenditore della comunicazione mi ha lasciato non pochi tesori.
Una fra tutte, la grande fetta di variegata umanità con la quale mi sono confrontato in quegli anni. Incontrare, parlare, fare domande e dare consigli. Farsi amare e farsi odiare. Applicare ciò che hai imparato e imparare che le cose funzionano diversamente. Entrare dentro un’infinità di aziende e di progetti altrui, farli propri e tentare di valorizzarli in ogni modo.
Così facendo mi sono trovato a saper parlare di turismo, pasticceria, corsi universitari, servizi informatici, oleifici, autobus, architettura, industria, edilizia, loculi e bare, farmaceutica, pittura, cucina, arredamento, formaggi, consorzi e cooperative, agricoltura, tributi, osteopatia, trekking, tasting, asmr, gssp, kpi, igp ecc.

Per altri dieci anni ho inseguito questa nuova passione, lavorando giorno e notte per apprendere sempre nuove abilità e trasformarle in qualcosa da poter vendere. Da graphic designer a copy writer, da web designer ad art director, da fotografo a video maker, da consulente a formatore, da social media manager a creative director… e via così, di inglesismo in inglesismo.
Riuscire a fondare la mia agenzia, insieme al mio socio e fratello Salvatore, mi è parso per un po’ il famoso “punto di arrivo” cui ciascuno di noi aspira.
Ma dopo centinaia di clienti, migliaia di progetti e milioni di difficoltà grandi e piccole, la pandemia di Covid-19 del 2020 diede il colpo di grazia a quella piccola realtà fatta di giovani e nuovi media in una terra storicamente refrattaria a entrambe le cose.

Eppure, così come fu per l’università, anche questa esperienza da imprenditore della comunicazione mi ha lasciato non pochi tesori.
Una fra tutte, la grande fetta di variegata umanità con la quale mi sono confrontato in quegli anni. Incontrare, parlare, fare domande e dare consigli. Farsi amare e farsi odiare. Applicare ciò che hai imparato e imparare che le cose funzionano diversamente. Entrare dentro un’infinità di aziende e di progetti altrui, farli propri e tentare di valorizzarli in ogni modo.
Così facendo mi sono trovato a saper parlare di turismo, pasticceria, corsi universitari, servizi informatici, oleifici, autobus, architettura, industria, edilizia, loculi e bare, farmaceutica, pittura, cucina, arredamento, formaggi, consorzi e cooperative, agricoltura, tributi, osteopatia, trekking, tasting, asmr, gssp, kpi, igp ecc.

E la scrittura?
La verità è che in sottofondo a tutte queste attività ho sempre scritto, senza però mai credermi davvero uno scrittore. Qui cresciamo quasi tutti con l’idea che di arte non si vive, che bisogna avere un mestiere vero e solo dopo, se hai ancora voglia, dedicarti all’arte nel tempo libero. Purtroppo non posso dire che non sia così, ma sono anche convinto che questo modo di pensare sia proprio alla base del problema.
Fino a quando l’arte verrà vista come una cosa separata dal mondo del lavoro professionale, finché si continuerà a distinguere tra lavoro e passioni, non si arriverà mai a reintrodurre pienamente gli artisti nel tessuto sociale e produttivo (sì, produttivo, perché si tratta di un’industria, tra le più floride in potenza).

Ma sto divagando.

Dicevo che ho sempre scritto, così come ho sempre letto (anche se non mi considero un “lettore forte”, visto che leggo molto lentamente e mi capita di abbandonarmi a periodi di pausa dalla lettura, più o meno lunghi).
Dalle poesie adolescenziali ai racconti brevi psico-fantascientifici del periodo universitario, fino ai racconti più lunghi di questi ultimi anni dove abbraccio la mia terra e la trasfiguro a piacer mio.
Ho anche pubblicato qua e là qualcosa su varie piattaforme e blog. Ma solo negli ultimi mesi ho rotto la membrana che mi impediva di dirmi scrittore ad alta voce.

Da questa rottura è nato il mio sito web personale, ideato come vetrina principale per i miei racconti, alla ricerca di nuovi lettori e dei loro feedback.
No, non mi considero un novello Stephen King. Al contrario mi considero materia grezza da raffinare a colpi di critica ed è per questo che tutti i miei racconti presenti su questo sito sono scaricabili gratuitamente o leggibili direttamente senza nessuna registrazione necessaria.

Dalle risposte che sto ricevendo e che spero di ricevere in futuro da coloro che vorranno leggermi, dipenderà la mia forma finale di autore e, a Dio piacendo, la natura dei romanzi che pubblicherò… quando sarò finalmente un adulto.

Per scoprire i miei libri attualmente in vendita ti invito a visitare la pagina Shop di questo sito.

I miei libri da acquistare

Disponibili sia in formato cartaceo che ebook per Kindle.

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